ROBERTO MANCINI, LA NUNZIATELLA E LA TRADIZIONE

 

ROBERTO MANCINI, LA NUNZIATELLA E LA TRADIZIONE

Dal nostro inviato nella perfida Albione Renato Benintendi (73/76)

 

Siamo qui, da questa parte della Manica, in bilico tra Brexit e Covid-19, in un ginepraio di dubbi, cercando di dare una forma ai pensieri, che da tempo non ha piu’ simmetria e identita’. L’ unico torneo della storia del calcio rimandato come un tempo si faceva, che so io, per epidemie o guerre, ha il suo epilogo a Wembley. Mi viene da pensare che sia inutile ripetere la lsta dei leit motiv di questo tormentone estivo, tra rigori apparecchiati in geografie calcistiche improbabili, come quella di Londra. E non so se oggi vinceremo la finale. Sono pronto, ex allievo d’ Oltre Manica, ad assorbire i lazzi che questa sera inevitabilmente ricevero’ tra le note di un impero mai tramontato e le nuvole di alcol. Guardo solo Roberto Mancini che, con un sorriso appena accennato, stringe un pezzo di stoffa su cui fa bella mostra di se un antico stendardo, quello della Nunziatella. Questo ha il potere di farmi comprendere perche’ stasera noi, ancora una volta, giocheremo una finale e perche’ avremo vinto in ogni caso. Noi, quelli del catenaccio, del gruppo senza le stelle degli sponsor milionari, ma noi, l’ Italia. Comprendo allora che si vince per tradizione, si tradizione, quella che nessun campione d’ Africa guadagnato al passaporto francese, belga, olandese o inglese, potra’ iimportare. Noi siamo l’ Italia, humus di consapevolezze, storia, archivio di eccellenze e umanita’. Come la Nunziatella. Non saremo mai Eton, mai nessun ufficiale e gentiluomo girera’ in moto, come a West Point, tra i vicoli del Pallonetto. Ma siamo antichi, piu’ di chiunque altro. E non so se vinceremo, come non so se la Scuola sia la migliore o la peggiore d’ Italia. Ma quando un giorno saro’ vecchio so per certo che dal portone di Pizzofalcone uscira’ ancora un drappello di trombe e tamburi, e nello stesso tempo in qualche scalcinato cortile un ragazzo italiano stara’ tirando un rigore, ignaro del fatto che prima o poi saremo ancora l’ Italia che vince, quella su cui nessuno punta un penny, ma che alla fine sara’ ancora li’ a ricordarti che la tradizione non si improvvisa come lo slogan di uno bibita analcolica.
FORZA AZZURRI

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