Commosso saluto a Nino Cauti (41-44) da parte di Giancarlo Tatone (55-59)

Sarò brevissimo, Nino. Meno parlo e meno rischio di palesare il piagnone che sono. Voglio invece che tu te ne vada tra tenerezza e sorrisi.
Quando qualcuno ci lascia è d’uopo tesserne le lodi anche nel caso si tratti di un’emerita canaglia. Cercherò quindi di non sprecare per te le solite vacue frasi di circostanza. Dirò solo che tu sei stato per me e per tanti di noi una lampada di Aladino vivente: non c’era esigenza – anche non esplicitata ma da te intuita – che non venisse immediatamente soddisfatta, costasse quel che costasse.

Ci ha unito il misterioso sentimento – che chi non è stato con noi non può capire – per quel palazzaccio rosso di Pizzofalcone che nell’adolescenza ha accolto te, me e tanti di quelli che oggi sono venuti a salutarti.

Per condividere la fortuna che ho avuto io, auguro a tutti di incontrare prima o poi nella loro vita un amico come te: non sarà facile (e mi perdoni Garcia Lorca se gli rubo un verso) perché:

“…. Tarderà molto a nascere, se nasce, una persona che come te abbia fatto della sua vita il paradigma della bontà disinteressata, dell’onestà assoluta e di tutte le qualità che caratterizzano un Uomo con la “U” maiuscola”.

Arrivederci Nino. Avremo tante cose da raccontarci.

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