Il 3 marzo presso la sede dell’ UNUCI di Napoli, il giornalista e storico Fabrizio Carloni, ha ricostruito le fasi meno conosciute e le verità nascoste dello sbarco americano in Sicilia nel luglio del 1943. La conferenza, presentata dal Presidente della Sezione UNUCI di Napoli, Gen.D.(ris.) Luigi Vinaccia, nonché Vice Presidente della Sezione Campania e Basilicata dell’Associazione Ex-Allievi Nunziatella, ha visto la partecipazione di un folto pubblico di soci e cultori della materia.
Per anni la vittoria degli Alleati in Sicilia, denominata operazione “HUSKY, è stata attribuita non alla loro assoluta superiorità numerica, ma alla viltà e incapacità dei militari italiani preposti alla difesa dell’isola.
Attraverso l’analisi dei numerosi episodi, emerge, invece, quanto dura e accanita fu la resistenza dei soldati italiani, soprattutto in alcune zone e, quanto isolati, seppur consistenti furono gli episodi di sbandamento e defezione.
La campagna durò ben 38 giorni, un risultato che non è stato del tutto apprezzato e che non prevedevano neppure i comandanti alleati. Il Gen. Alexander, infatti aveva calcolato di concludere l’operazione in un paio di settimane, Eisenhower addirittura in poco più di una settimana.
Testimonianza della tenace resistenza condotta in forma unitaria dai reparti o anche da singole unità frazionate sul territorio si può trovare nella frustrazione che colpì unità dei paracadutisti americani così come i fanti della 45^ divisione tanto da portarli a fucilare per rappresaglia gruppi di soldati e militari dell’arma dei Carabinieri che si erano arresi dopo dura lotta.
Del resto anche il Comandante la 7^ armata U.S.A. Gen. Patton era stato platealmente chiaro nel dichiarare di eliminare quanti più nemici possibile in una lotta senza quartiere.
Di questi fatti si è venuto a conoscenza solo nell’ultimo ventennio grazie alla appassionata ricerca svolta presso gli archivi e la biblioteca dello SME in cui sono custoditi i documenti che testimoniano gli episodi di valore di singoli combattenti così come di interi reparti che hanno saputo mantenere la posizione sino all’ultimo pur consapevoli dell’impari lotta.
Tra gli episodi citati: il contrattacco italo/tedesco condotto nelle giornate del 10 e 11 luglio nella piana di Gela, che vide in particolare il gruppo mobile “E” italiano raggiungere Gela e nonostante il forte fuoco navale americano riuscire a penetrare l’abitato con i pochi carri Renault R35 della 1^ cp. del Cl btg. Finendo poi per essere distrutti dai Ranger americani a colpi di bazooka o bombe a mano in un combattimento serrato, così come la difesa dell’aeroporto di Santo Pietro a Biscari, dove dopo strenua resistenza i reduci furono passati per le armi.
Determinanti le testimonianze raccolte negli anni recandosi sul teatro di operazioni e intervistando i testimoni dell’epoca, molti dei quali avevano tenuto per se il ricordo di quei fatti e di quei giorni, consentendo così di dare una nuova luce a quella che pur divenendo poi guerra di liberazione fu nelle sue fasi iniziali una vera e propria invasione di cui ne pagarono le conseguenze militari e civili considerati dagli alleati:….nemici.
A cura di Luigi Vinaccia (76-79)
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