La Statua dell’Allievo parla!

Nell’antica Roma un mio antenato, Pasquino, trasmetteva a tutti i messaggi dei cittadini senza muoversi di un millimetro. Io invece, nel periodo del Giuramento 2024, sono stato alla Scuola, al Gambrinus e in Piazza Trieste e Trento dove, sotto un cielo azzurrissimo, mi sono goduto la splendida parata di migliaia di noi… ed ora mi metto in gioco per trasmettere i vostri messaggi: non lunghi articoli ma qualche sensazione vissuta, un momento più bello. Me lo ha chiesto il Segretario Nazionale che comincia questa rassegna.

Se vuoi aggiungere qualcosa anche tu è semplice: invia una mail a info@nunziatella.it titolata “La Statua parla!” ed i contenuti verranno integrati in questo blog. 

I. Gabriele Albarosa MCMLXXXIV-VII

Mi piacerebbe mettere le mani sui vostri cuori… per sentirli BATTERE!” – questa per me è la frase di un fine settimana intenso, faticoso, dolce, goliardico e commovente. L’ha pronunciata con fervore don Alessandro nella messa di Domenica mattina, un epilogo affollato di corsi radunisti nella nostra Chiesa della Nunziatella. Don Alessandro parlava dell’energia, del calore, dei sentimenti che irradiano i luoghi a noi cari nel Nostos del 18 Novembre. Pareva un appello a trattenere un quid di quella magia che si rinnova ogni anno alcuni giorni per presto dissiparsi fino a quello successivo. Il tutto nel mezzo di una messa cantata da concertisti del San Carlo – voci e strumenti angelici in perfetta consonanza con il predicante – completata in modo sublime dalle parole di rimembranza dei corsi 1954, 1964, 1974, 1984, 1994, 2004, 2014 (tanti applausi a mimetizzare il pianto) e dalla sintesi del “Signore delle Cime” del coro ex Allievi prima dello ite, missa est. Chiedetemi ora la parola che mi ricorderà questo Giuramento… eccola: “SUD“, tre lettere per un sodalizio che unisce la Nunziatella di oggi al dopoguerra di una Napoli distrutta negli edifici ma non nello spirito, da cui si estendono ponti invisibili verso i generosi confini dell’arte, della cultura, dell’Europa. Tre lettere vividamente animate Venerdì sera scorso, al Gambrinus, in un viaggio di teatro musicale in perfetta armonia con i fasti degli stucchi, lo stucco dei presenti, la cromia del Negroni. Arrivederci!

II. Ugo Celestino MCMLXXXIV-VII

Essere (secondi), più che sembrare (primi).

Di giuramenti da ex allievo ne ho fatti tanti, circa quaranta, sempre con emozioni che facevano battere il cuore (come dice don Alessandro sopra). Questa volta mi son ritrovato nella stessa posizione di 40 anni fa, quando arrivai secondo nella graduatoria di ammissione del classico, lasciando il primo posto a Gabriele Albarosa:  da primo del 197 corso (84-87) ad entrare in Consiglio Nazionale, volentieri son diventato secondo a suo favore, ancora una volta. Da Segretario Nazionale, Gabriele, con la regia di Mimmo Pace, ci ha infatti regalato un “triduum” nunziatellico (ven-sab-domenica) che sognavamo da sempre: momenti di classe, eleganza, bellezza, cultura nella cornice del giuramento militare; e soprattutto – grazie, Comandante! – di nuovo veramente entusiasticamente accolti a Scuola e non solo tollerati. La Nunziatella oggi a volte mi pare fragile, rispetto alla percepita maestosità di quando l’ho frequentata; fragile e quindi bisognosa che tanti di noi ex allievi accettino di impegnarsi da secondi, terzi e pure ultimi della fila, perché essa possa tornare da essere il primo liceo d’Italia. 

III. Ciccio Cutolo MCMLXXXIV-VII

…Eccoli qua! Stanno uscendo dalla Scuola dopo il Pranzo di Corso a mensa. Li riconosco, sono Ciccio e la moglie.  Lui, sempre sorridente e napoletano verace. Tanto caciarone nella vita, quanto riservato nei suoi sentimenti verso la Scuola. Lei, donna dall’infinita pazienza e che lo sopporta da 35 anni. Comunista sfegatata ha cresciuto i figli a pane e molotov. Antimilitarista convinta eppure ha spostato un ex Allievo della Scuola Militare Nunziatella. Chiacchierano e ridono in maniera complice. Staranno commentando il pranzo appena finito. Si avviano con passo allegro per via Generale Parisi lasciandosi alle spalle quel Portone… anzi no! Si fermano all’unisono. Si voltano di scatto. La guardano prima da lontano, poi più da vicino. Avrà si e no 15 anni. La sorella più grande le sta scattando qualche foto di quelle che si pubblicano sui social. Poco più distanti il padre, ex allievo, e la madre le guardano compiaciuti ed emozionati. Ciccio e la moglie si avvicinano, la sorridono ma non riescono a trattenersi e l’abbracciano, la baciano. La riempiono di complimenti. Non potrebbero fare diversamente sembra una bambolina. Salutano e riprendono il loro passo che questa volta è leggermente più incerto. La moglie di Ciccio visibilmente commossa e lui silenzioso con un solo pensiero nella mente: “… azz, pure ‘è comunist’ chiagneno””

IV. Egidio d’Addio MCMLXXI-IV
La grande novità di questo giuramento è stata per me il ritorno a Scuola.
Veramente per la prima volta, in visita del venerdì del giuramento, mi sono sentito accolto e non un incursore.
La scuola era visibilmente in festa. Ci aspettava. Ci intratteneva.
I filmati sulla parete del cortile piccolo erano come impressi negli intonaci ed erano commoventi. Ascoltare la voce dei comandanti di un tempo echeggiare nello stesso cortile di 50 anni prima, è stata una emozione indescrivibile.
Un aperitivo in Sala Convegno, trasformata in Caffe Concerto, con il sottofondo delle musiche più belle del patrimonio classico Napoletano, mentre dalle finestre si vedeva il golfo di Napoli, mi ha fatto provare un groppo alla gola.
La visita alle mie camerate con il sottofondo di un sassofono mi ricordava il Fausto Papetti che riempiva le nostre serate di ballo al Circolo della stampa.
Poi in chiesa ..quel luogo a noi sacro dove ingoiavamo le nostre lacrime di bambini in divisa.., il coro, la poesia più bella, i cantanti lirici…
È stata una serata magica e quattro ore ..dalle 16 ad oltre le 20 sono volate via in un baleno.
Grazie a chi ha concepito questa accoglienza.

V. Carmine De Riso MMXXI-IV

Tornare alla Scuola Militare Nunziatella, a distanza di pochi mesi, è come immergersi in un fiume che scorre attraverso il tempo. Ogni angolo, ogni pietra, ogni passo che percorro sullo stesso pavimento dove ho camminato da  allievo, mi riporta a un passato fatto di sfide, sacrifici e anche di momenti di grande crescita personale. Ma c’è una sensazione che prevale su tutte: la nostalgia. Sono qui, di nuovo, al giuramento. Non come allievo, ma come ex allievo, un ex cadetto che ha percorso la stessa strada che ora i nuovi giovani militari intraprendono. Guardando i volti dei miei compagni di corso, mi rendo conto che le emozioni che ci legano a questa istituzione sono ancora vive e forti, come se non ce ne fossimo mai andati. L’atmosfera è carica di un misto di orgoglio e di emozioni che non si riescono a descrivere a parole. Ricordo il giorno del mio giuramento, quando mi trovavo su quella stessa piazza, con il cuore che batteva forte nel petto, gli occhi puntati verso il cielo, carico di speranza e di determinazione. In quel momento sentivo che stavo facendo parte di qualcosa di grande, che mi avrebbe formato per tutta la vita. Ora, tornato in quel luogo, posso percepire come quella promessa non sia mai stata dimenticata, come un legame invisibile che unisce tutte le generazioni che si sono succedute. Ci guardiamo negli occhi con i miei compagni,  c’è un’intensità in quel momento, una connessione che solo chi ha condiviso quelle stesse giornate difficili e stimolanti può comprendere. Parliamo poco, ma quel poco che diciamo è sufficiente a riaccendere in noi tutte le emozioni di quei giorni: le fatiche, le risate, le amicizie che sono nate proprio sotto il peso di prove durissime. Ogni angolo della scuola sembra raccontare una storia, e ogni storia si intreccia con quella degli altri, creando una rete di ricordi che non si può spezzare.
Sento ancora l’odore di quelle aule, il rumore degli stivali sui pavimenti di marmo, l’eco dei comandi durante gli allenamenti. Ma ciò che più mi resta dentro, e che sento più vivo che mai, è l’orgoglio di appartenere a una tradizione così importante. La Nunziatella è più di una scuola. È un simbolo, una fucina di valori e di principi che non solo ci ha formato come uomini e donne, ma che ci ha insegnato cosa significa essere parte di qualcosa di più grande di noi. Tornato al giuramento, posso dire con certezza che quei valori sono rimasti con me, dentro di me, e continueranno a guidarmi per tutta la vita.
Guardando i giovani allievi che giurano, vedo in loro lo stesso fuoco che avevo io, la stessa determinazione, lo stesso desiderio di dimostrare qualcosa a se stessi e agli altri. Ma so anche che, come me, porteranno dentro di sé qualcosa di più, qualcosa che solo chi ha vissuto quei giorni potrà mai veramente capire: un legame che non si spezza, che dura nel tempo, che va oltre le esperienze individuali e che ci unisce tutti sotto il nome della Nunziatella. In questo ritorno, circondato dai miei vecchi compagni, la nostalgia è forte, ma è una nostalgia dolce, fatta di ricordi belli, di sfide vinte insieme, di amicizie che il tempo non potrà mai cancellare. E mentre il giuramento viene rinnovato, sento che, in qualche modo, anche noi, ex allievi, stiamo facendo il nostro. Rinnoviamo il nostro impegno verso quella scuola che ci ha formato, verso quei valori che ci accompagnano ancora oggi. La Nunziatella non è solo un passato, è una parte viva di chi siamo, una parte che non smette mai di emozionarci.

VI. Francesco Forlani MCMLXXXII-V

18 Novembre, Giuramento, Ex allievi Nunziatella
Qualcuno diceva che le voci erano quelle di allora, altri che a rendere vero il ricordo fosse dell’altro, il profumo, gli odori dei corridoi, la sobria misura di camerate allineate e coperte, sempre le stesse, poi uno un po’ messo in disparte ha creduto che fosse il silenzio che a tratti faceva sentire il rumore dei passi pesanti come macigni, o le scalette che davano lustro a quei giorni e alle corse, dall’ala mensa al cortile quasi volando, seppure vi fossero poche ragioni di correre, non v’erano guerre a ridosso del Montedidio nè tracce di veri nemici né fuochi. Eppure qualcosa bruciava, era il tempo che senza adunate né feste di gala, correva, oltre il muro di cinta, oltre il ponte, le strade perfino catene di alte montagne e mari distesi. Ora il tempo che pare fermato, per me che me ne sto in una camera e non lì tra antichi compagni, maratoneti della parola data e affidata alle cose distratte del vivere, dalla Piazza del Plebiscito lungo le strade che portano a Pizzofalcone, provo a sentire le voci, i profumi, il rumore dei passi, gli scorci di cielo e di mare, le luci e le ombre del Rosso Maniero, con tale anima e cuore che spero davvero possiate sentire anche me (le immagini sono da un reportage di Philippe Schlienger fatto durante la presentazione del numero 1 di Sud)

VII. Giancarlo Tatone MCMLV-VIII

Ciao statuario collega,
ti vedo un po’ rigido e ingrugnato, ma in tanti mi dicono che invece sei di buon cuore e pronto ad accedere alle istanze di un allievo un po’ più anziano di te. Volevo in particolare scambiare qualche impressione a proposito della bellissima cerimonia di sabato scorso. Non parlo della commozione che – complice la mia tarda età – mi pervade ogni anno con accenti paragonabili a quelli che provai al termine della battaglia di Zama. Voglio invece parlarti di alcuni particolari che potrebbero essere in futuro modificati per rendere più pregnante la cerimonia. Mi riferisco in primo luogo ai discorsi: tanti e  troppo lunghi. Forse sarà difficile (ma non impossibile) ridurne il numero ma sono certo che essi potrebbero arrivare al cuore di allievi, ex allievi e spettatori se la loro durata fosse contenuta evitando la serqua di ringraziamenti iniziali al colto e all’inclita ed avendo cura di usare solo argomenti che invece di indurre alla noia chi ascolta, siano realmente motivanti  specie per gli allievi che si apprestano al giuramento. Devo farti anche una domanda: in coda alla sfilata degli ex allievi ho potuto notare un reparto di persone abbigliate come il Tom Cruise di “Top Gun” e non ho capito a quale titolo sfilassero e se portassero più lustro a se stessi che alla Nunziatella. Puoi aiutarmi a capire? Tutto qui, statuario collega.  Mi auguro di rivederti a novembre 2025 – mio Settantennale –  posizionato dove qualche imbecille armato di bombolette spray non possa oltraggiarti.

Un abbraccio, Giancarlo

P.S. Se ti capita ti prego di portare i sensi della mia ammirazione alla Batteria Tamburi che mi ha assolutamente emozionato per la bravura e l’energia profusa, dal fenomenale alfiere fino all’ultimo rullante!

VIII. ?

…Avanti il prossimo! Invia una mail a info@nunziatella.it titolata “La Statua parla!” ed i contenuti verranno integrati in questo blog. 

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